La resina come materiale di tendenza nel restauro contemporaneo.
Tra i materiali innovativi più ricercati tra gli architetti, i designer e gli artisti contemporanei, la resina Gobbetto, che sia epossidica o in pasta, è utilizzata per definire gli interni, dargli una nuova anima, spesso anche in contesti storici e antichi. Nelle sue infinite declinazioni la resina Gobbetto infatti può essere utilizzata anche per realizzare pavimenti “neutri” che, conservando le sue caratteristiche fisiche di resistenza e omogeneità, si sposano perfettamente in contesti archeologici o museali, così come in antiche dimore, palazzi o castelli. Non è raro infatti trovare nei progetti di restauro firmati da grandi architetti il dialogo discreto tra materiali diversi in cui la pavimentazione in resina costruisce un ponte tra antico e moderno.
I materiali Gobbetto permettono infatti di realizzare pavimentazioni in resina perfettamente funzionali in qualunque contesto, costituendo una superficie perfettamente liscia, resistente e uniforme, che grazie alla infinite gamma cromatica e di finiture disponibili può sposarsi con qualunque ambiente, anche il più caratteristico, come i sassi di Matera ad esempio, ed è per questo scelto anche per il restauro di edifici sottoposti a vincolo di tutela da parte delle sovrintendenze. Ne è un caso riuscitissimo la Galleria Tommasi a Pietrasanta, studio di Leone Tommasi, tra i grandi scultori del Novecento, recentemente riaperta da Francesca Sacchi Tommasi, che a voluto restaurare lo studio del nonno applicando non strato di resina trasparente su tutto il pavimento, con il doppio obiettivo di tutelare il preesistente pavimento in cemento attraverso uno strato protettivo e isolante, e donare ancora più luminosità e volume all’ambiente popolato da una miriade di sculture che ora si specchiano in un pavimento in resina traslucido. Senza tradirne la natura e tutelandone le caratteristiche, i pavimenti in resina permettono la reinvenzione in chiave contemporanea di uno spazio storico, qualificandosi contemporaneamente come un’operazione di restauro sia conservativo che estetico. O in alternativa è possibile realizzare all’interno di ambienti sottoposti a vincolo pavimenti in resina facilmente “removibili” e quindi ideali per scenografie o allestimenti anche nei contesti più delicati o per rinnovare la pavimentazione mantenendo inalterata e protetta quella sottostante. Numerosissime sono poi le dimore storiche private, le ville, o addirittura i castelli medievali, in cui sempre più spesso viene felicemente realizzata una pavimentazione in resina, che sia epossidica o cementizia, perché è probabilmente l’unico che può proporre doti combinate di isolamento dall’umidità, resistenza, facilità di applicazione, eleganza e unicità.